11 settembre 2010
Una settimana di scelte che lasciano sbalorditi
Non riusciamo a toglierci dalla mente il volto sorridente di Tomizawa, un ragazzo di 19 anni che sognava di diventare un campione. La sua vita si è fermata a Misano, travolta dalle ruote di due moto. Le tragedie, purtroppo, non risparmiano nemmeno lo sport. Questa volta però c’è una cosa assolutamente inaccettabile: la gara andava sospesa subito. Bisognava farlo, punto e basta.
Non riusciamo a toglierci dalla mente il volto sorridente di Tomizawa, un ragazzo di 19 anni che sognava di diventare un campione. La sua vita si è fermata a Misano, travolta dalle ruote di due moto. Le tragedie, purtroppo, non risparmiano nemmeno lo sport. Questa volta però c’è una cosa assolutamente inaccettabile: la gara andava sospesa subito. Bisognava farlo, punto e basta. La vita umana e la sua dignità sono valori non negoziabili. Il loro rispetto non può essere sacrificato di fronte a nessuna logica. Per questo non riusciamo a comprendere la scelta di far terminare e considerare ufficialmente valida la corsa. Lo sport costituisce uno straordinario patrimonio di educazione, e umanità. Per questo deve promuovere - sempre - la vita e i suoi valori. Deve farlo con forza, chiarezza e determinazione. Deve farlo sempre, ma in modo particolare nelle situazioni più critiche e difficili. Quando ciò non accade a uscirne sconfitto è tutto il sistema sportivo. E sono sconfitte pesanti. Ecco perché situazioni come quelle di Misano non devono più accadere. Ecco perché il Csi ha lanciato l’appello che potete leggere a lato. Certo il problema è ampio e complesso. Il vero nodo è che il mondo dello sport business deve avvertire la responsabilità di essere modello positivo per i giovani di oggi; deve sentire e comprendere il suo ruolo educativo e sociale; deve convincersi che anche a quei livelli non è possibile ragionare senza mettere al centro la persona umana, altrimenti - prima o poi - lo sport farà una brutta fine. Ci sono segnali belli e positivi in questa direzione. Come sapete, siamo tra quanti credono in un percorso di alleanza educativa tra sport di vertice e sport di base, ma certo non siamo ciechi e siamo consapevoli che le difficoltà ci sono e sono tante. In questo senso non è stata una bella settimana. Basti pensare alla scelta del Presidente della Triestina di “inventarsi” gli spettatori finti sugli spalti e il plauso del presidente della Lega di B, Abodi, all’iniziativa. Ma come? Piuttosto che fare entrare gratis i ragazzi delle scuole, degli oratori, si preferisce giocare in uno stadio con spettatori virtuali? Triste, decisamente molto triste. E che dire delle spese folli del calcio di serie A, rese ufficiali dalla Gazzetta dello sport? In un momento di crisi economica mondiale gli stipendi di tutti i giocatori di serie A messi insieme sono passati da 546 milioni nel 2006 a 1.000 milioni nel 2010, in pratica raddoppiando in soli 5 anni. L’educazione è fatta di gesti e di testimonianze. Fortunatamente ce ne sono tante che ci convincono. Ma quelle di questa settimana decisamente no!